L'arte può ancora cambiare il mondo

FAM: Sin dal tuo debutto, negli anni '70, il tuo comportamento è sempre stato radicale, estremo, un modo di essere artista che mette in gioco te, il tuo corpo, la tua identità. Da cosa nasce questa tua idea alta dell'arte, dalla convinzione che l'arte può ancora cambiare il mondo?

ORLAN: Da millenni l'arte è stata fattore di coesione sociale: era legata ai riti e aveva a che fare con la religione: ogni individuo era coinvolto. Solo in seguito è diventata una scelta di tecniche e di imitazione del reale.
Probabilmente la cosa migliore che c'è stata di recente è stato il periodo concettuale, quando l'arte ha cominciato a parlare di arte. Ma così non riusciva a dare il cambio a quello che era stata la sua forza: il Sacro, il Religioso.
Credo che l'arte oggi non deve trovare un'altra posizione, un'altra funzione, perchè la religione è stata 'tolta dal trono' dalla scienza; il "sapere" al posto de "credere". Questa è la ragione per cui affermo, volutamente "naive" e romantica, che l'arte deve cambiare il mondo. E malgrado le evidenti difficoltà è in questa direzione che deve indirizzarsi l'arte, è la sua unica giustificazione. L'arte deve mostrare le cose sotto un altro aspetto, deve cambiare i nostri modi e i nostri costumi, deve prepararci al futuro, deve avere un ruolo sociale. Non c'è altra via, è questa che cerco di seguire con il mio lavoro. Non abbiamo bisogno di un'arte frivola e decorativa, abbiamo già tutto quel che serve per decorare i nostri appartamenti: acquari, centrini, piante e mobili...
L'artista dovrebbe essere l'individuo più sensibile e lucido della nostra società: non serve per rappresentare il reale o decorarlo, deve invece tirarci fuori da tutto ciò, dai nostri riti quotidiani, dalle nostre certezze; deve essere pioniere e precursore. Dico che l'arte non ha più motivi di essere al di fuori di questo ambito.



Orlan: venus image - Studio Lattuada, Milano 1996


Da: "Conversazione tra Fam e Orlan", in Virus (1994 - 1998). Anno Numero 6 ottobre 95.

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