Neil Harbisson – Talmente strano da essermi famigliare

 
Trovo illuminante la storia di Neil Harbisson, trentenne irlandese nato con un disturbo chiamato acromatopsia, che li fa percepire il mondo in bianco e nero.  La sua è la storia di una persona che vive in condizioni poco o per niente normali, piuttosto complicate; affrontando il suo “essere diverso” in modo positivo si rigala l’opportunità di essere felice. Collabora con altri nella sperimentazione di nuove tecnologie mirate a migliorare la qualità di vita delle persone come lui.
Photo: Vicens Gimenez
“Non l’ho vissuta male”, racconta, “ma era strano. Non mi piaceva parlare dei colori perché mi metteva in conflitto con me stesso. Essere circondato da qualcosa che non vedi ed esserne cosciente provoca strane sensazioni. L’uso del colore è costante in qualsiasi ambito. Anche se non lo vedi non puoi fare finta che non ci sia: quando giochi a calcio, per esempio, o quando guardi la mappa della metropolitana.
“Sei un po’ strano, non credi?”.
“Sì. L’ho sempre saputo. Ero l’unico mancino della classe, quello che aveva il nome più strano, e per giunta non vedevo i colori. Sono mezzo irlandese, mezzo britannico e mezzo catalano, sono vegetariano e ora sono anche un cyborg. Quando sei un po’ strano vuoi essere normale, ma quando sei molto strano vuoi che gli altri lo riconoscano. Ora sono ufficialmente strano”.
Storia pubblicata su Internazionale 936, sotto il titolo “Neil Harbisson - Il terzo occhio” di Juan José Millás (El País, Spagna).

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