Consulte giovanili provinciali in Alto Adige: trasversalità come strategia di condivisione e di sviluppo comune
Quando si parla oggi di giovani e della loro crescita sociale e professionale, l’immaginazione corre subito alla disoccupazione e al precariato che oggi colpisce l’Alto Adige, seppur in maniera più lieve rispetto al resto del Paese. Eppure il quadro complessivo che caratterizza i giovani oggi è più complesso e merita senz’altro uno sguardo più approfondito riguardo alle questioni che accanto alla questione occupazionale rallentano il percorso di sviluppo del giovane nella sua maturazione del ruolo di adulto.
L’urgenza dei temi trattati può essere ben riassunta dalle parole di Peter Liensberger, direttore del Centro giovanile JUKAS Zentrum di Bressanone: «I giovani non sono solo il nostro futuro, ma già il nostro presente».
In linea con questo pensiero, la Provincia di Bolzano si avvale della consulenza delle Consulte giovanili, una per gruppo linguistico, per sviluppare politiche mirate al percorso di passaggio da giovani ad adulto, ma anche a rendere l’Alto Adige un territorio più a misura delle nuove generazioni. Ieri le consulte si sono ritrovate a Bolzano presso l’Atelier Europa in piazza del Grano per il loro appuntamento annuale finalizzato a verificare gli sviluppi dell’ultimo anno e formare sinergie per i progetti futuri di integrazione dei giovani nel tessuto sociale altoatesino. A tal fine le tre consulte si sono accordate per aumentare la collaborazione tra i gruppi di lavoro nominando dei responsabili per la comunicazione tra i gruppi linguistici.
Oltre al carattere prettamente organizzativo, l’incontro di ieri si è dedicato anche a raccogliere input da realtà esterne, grazie al contributo di Carlo Andorlini, ex- coordinatore del progetto per l’autonomia dei giovani Giovanisì della Regione Toscana, e a fare un quadro della situazione attuale con l’aiuto di Denis Isaia, responsabile del progetto La camera digitale?, uno studio sulle caratteristiche e gli interessi dei giovani in Alto Adige.
Il primo ha presentato l’esperienza toscana di politiche giovanili, sia a livello regionale che locale, sviluppatasi attorno al concetto di autonomia del giovane, declinata in politiche abitative, lavorative, formazione, Servizio civile e imprenditoria giovanile.
L’autonomia, infatti, è il concetto che in Toscana ha trasformato le politiche giovanili tradizionali in politiche cosiddette “trasversali”.
I punti emersi senz’altro più interessanti, e su cui il confronto con i partecipanti si è maggiormente sviluppato, sono stati:
- Il pensare e promuovere nuovi luoghi collettivi, ovvero spazi generativi in grado di far incontrare i giovani sui temi, sulle idee e sui processi di emancipazione;
- La partecipazione come valore di corresponsabilità civica ma anche e soprattutto come esperienza formativa individuale;
- La compartecipazione di competenze che vede nei processi decisionali la necessaria partecipazione di tutti i soggetti interessati, in particolare i giovani per quanto li riguarda;
- Lo spazio che i giovani devono avere all’interno della società non è uno spazio da inventare ma che già esiste e richiede di essere legittimato.
Trasversalità, infine, è stato il concetto cui il gruppo di lavoro si è più affezionato e su cui molto si è discusso. Trasversalità come strategia di condivisione dei lavori delle consulte (in forma di “unica” Consulta) e anche, e soprattutto, come sviluppo condiviso di politiche diffuse e orizzontali per i giovani.
La seconda presentazione è stata la pubblicazione di La camera digitale? Nuove memorie dall’universo giovanile. Analisi, ricerche ed esperienze. Il testo pubblicato da Silvana Editoriale è frutto dell’omonimo percorso a cura di Denis Isaia e sviluppatosi con cinque centri giovani dell’Alto Adige (Vintola, Corto Circuito, Salorno, Connection, Orizzonte). L’intervento si è soprattutto concentrato sulla ricerca sociale tesa a mappare le attività e gli interessi dei giovani altoatesini fra i 15 e i 19 anni. La ricerca mette in luce come le attività con un forte potenziale sociale siano quelle preferite dalle generazioni più giovani. Altresì, emerge come il desiderio di stare insieme dei giovani diventi per i giovani stessi realmente soddisfacente, nel momento in cui la partecipazione mette in gioco attività complesse. Il web, uno strumento proprio dei cosiddetti “nativi digitali”, occupa un ruolo nella quotidianità giovanile, anche se la grande narrazione di massa è ancora ad appannaggio, anche per i giovani, dei mezzi tradizionali fra cui la televisione.
Alcool, tabacco e gioco d’azzardo, tre elementi che spesso alimentano le cronache legate ai giovani, risultano nella ricerca come questioni di scarsa centralità per i giovani e il cui allarme sociale non sembra trovare la prevalenza tematica che spesso viene loro riservata. Complessivamente ciò che emerge è una scena giovanile con un forte potenziale di gruppo, ma alla ricerca di ragioni in grado di rappresentarli. Se nei decenni passati i giovani trovavano nei grandi movimenti di massa il significato delle proprie rivendicazioni, oggi il collettivismo trova riscontro nel lavoro delle microcomunità. Le categorie tradizionali della cultura giovanile, fra cui la musica, sono ancora in grado di aggregare i giovani, ma divengano strumenti attivi solo nel momento in cui la produzione si sostituisce al consumo. L’indicazione che la ricerca rivolge alle politiche giovanili è di avviare dei percorsi che stimolino il protagonismo giovanile a partire dai progetti di attivismo culturale.
Molti sono stati gli spunti che l’incontro di ieri ha portato in superficie e che verranno rielaborati nelle prossime settimane. È emersa una forte volontà di collaborazione tra le tre consulte e ora si tratta di sviluppare un piano d’azione comune.
Un report dalla mediateca di Video33 [30 novembre 2013]:
Comments