Storie dall'altro mondo: Cao Yingbin e Xing Zhihao


Storie dall'altro mondo
Alcune opere di Cao Yingbin e Xing Zhihao (R.P. Cinese) in mostra nella Ex Chiesetta del Redentore a Vigolo Vattaro.  
Si tratta della quarta mostra di artisti cinesi contemporanei realizzata a Vigolo Vattaro negli ultimi quattro anni, a cura di Monica Dematté





L'ex chiesetta del Redentore ristrutturata a Vigolo Vattaro


Sono presenti alcune opere di Cao Yingbin (pittore), e del fotografo Xing Zhihao, che hanno in comune temi riguardanti il rapporto dell'uomo con la morte e con il soprannaturale. Cao Yingbin è nato nel 1971 a Zhengzhou, capoluogo dello Henan, la regione attualmente più popolosa della Cina, nonché culla della civiltà cinese antica. Il suo interesse per la spiritualità è recente, si è formato grazie a una predisposizione personale sostenuta da notevoli cambiamenti nella società cinese, fra cui la caduta di molti ideali politici. Dei tre album 'a fisarmonica' in mostra, il più grande è ispirato a uno dei romanzi più importanti della cultura cinese, il 'Viaggio a Occidente' (Xiyouji 西游记), in italiano tradotto con 'Lo Scimmiotto' perché il protagonista è una scimmia con poteri magici. Il titolo dell'album è 'Post-Viaggio a Occidente' (Hou Xiyouji 后西游记), e in esso l'artista gioca con i personaggi romanzeschi e le loro straordinarie capacità dipingendole con un tocco di umorismo. Cao è qui un 'bambino cresciuto' che ripensa ai miti della sua infanzia e ne trova le profonde ragioni culturali, traducendo ogni episodio in insegnamenti di vita ed esprimendoli con un linguaggio visivo leggero, divertito. Un altro album ritrae una miriade di piccole divinità 'locali', come quella che rende sicuri i viaggi, quella del focolare, quella che aiuta ad avere figli e quella che favorisce il guadagno o il governo della casa, la divinità che presiede al fuoco... Si tratta di culti locali anticamente diffusi nelle campagne cinesi, che si sono affiancati a quelli, più importanti, del nativo Taoismo e del Buddismo proveniente dall'India.

Album a fisarmonica di Cao Yingbin 曹应斌



 Il pittore, attratto dalle apparenze multicolori e variegate delle divinità minori, le ha dipinte nell'intento di  conoscerle meglio. Il terzo album, collocato sull'ex altare, è in bianco e nero (inchiostro su carta) e ritrae divinità buddiste iconograficamente ispirate a quelle del tempio Shuanglin nello Shanxi 山西 (Shuanglin si  双林寺). Preparando l'album appositamente per questa mostra Cao ha desiderato far dialogare le figure del buddismo storico, arhat e bodhisattva, con il Dio cristiano, in un sincretismo che sottolinea le analogie fra i credi, e la necessità di un reciproco riconoscimento. Xing Zhihao proviene da una regione confinante con lo Henan, lo Sha'anxi (陕西), anch'essa molto importante nello sviluppo della civiltà cinese. E' nato nel 1970 a Xi'an, e come il suo collega e amico è cresciuto nel clima effervescente e turbolento della Rivoluzione Culturale. Da piccolo ha studiato pittura cinese tradizionale, sviluppando una forte sensibilità e consapevolezza dell'importanza della forma e della composizione. Poi ha trovato un apparecchio fotografico a casa e ne è stato catturato. La fotografia fin dalla sua nascita ha avuto il difficile e impegnativo compito di 'documentare' la realtà, di esserne testimonianza visibile e duratura, ed è in questo spirito che il nostro ha registrato durante una decina d'anni il tema dei funerali cattolici nella campagne dello Sha'anxi, scattando circa 300 rullini, rappresentati dai trenta lavori esposti. Le immagini in mostra descrivono la lunga e complessa cerimonia funeraria in ogni passo del suo svolgimento, con grande coinvolgimento emotivo pur nel distacco del documentarista. 

Fotografie in bianco e nero di Xing Zhihao 邢志昊

 Nelle campagne cinesi i funerali sono riti molto importanti diretti da un maestro di cerimonia esperto: più lunga è la celebrazione (dai tre ai nove giorni, in media), più la famiglia può mostrare di godere di benessere materiale. Il rito è accompagnato da strumenti musicali; gli arrivi di parenti e amici si susseguono giorno e notte, e tutti trovano una tavola imbandita di semplici vivande. Si piange, a volta di cuore e a volta in maniera formale, in maniera teatrale e ad alta voce, per dimostrare (o pretendere) agli astanti il proprio affetto nei confronti del defunto. Il giorno dell'interramento si toglie il fazzoletto dal viso del morto per l'ultimo saluto, la bara viene portata fino al luogo della sepoltura, seguita da tutti i parenti e amici di sesso maschile e accompagnata dalla musica e dal lancio in aria di banconote finte. La fossa è già pronta, il momento in cui la bara viene calata è il più triste e il più grave. Nella fossa si depongono alcuni oggetti amati dal morto, poi si ricopre di terra.... Addio!   

Monica Dematté            

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